lunedì 11 aprile 2011

L'UOMO DEI FILI DORATI: DALLA PARTE DEL REGISTA

Dalla parte della regista

Tre donne tessono, in una notte scelta per la creazione, i loro tappeti. Tre donne. Le tre Parche, forse? Non si sa...ciò che si sa è che le tre donne legate in modo indissolubile al mito di Aracne, a colei che ha sfidato gli dei, hanno un compito da portare a termine prima che arrivi il giorno. Ma tessere in silenzio non è facile; impedire ai miti, alle fantasie, di scandire il tempo non è possibile...tanti, troppi legami con la tradizione, con l’archetipo della donna, con le figure che vivono in noi...
La costruzione dello spettacolo, come sempre, ha seguito una lunga gestazione; difficile e complessa nei suoi risvolti. Questo testo, seppur mantiene caratteristiche essenziali esistenti negli altri testi dell’autore, contiene anche delle novità e delle assenze. Un testo onirico, più “leggero”, apparentemente meno drammatico. Un testo dolce e sognante. Un testo in cui la figura femminile viene esaltata del suo riproporsi uguale e diversa nei secoli. Un filo la lega alla costruzione dell’universo, all’amore, alla creazione e al sacrificio. Tre attrici legate da fili neri, unite dallo stesso destino, sole e nello stesso tempo insieme tessono e creano la loro stessa “gabbia”; esse stesse sono la nave di Ulisse, il mare in tempeste, gli avvoltoi che presagiscono la fine, le donne ragno vittimi e carnefici, le tre parche che evocano immaginari comuni.
Nel lavoro di preparazione abbiamo lavorato a lungo sui riferimenti mitologi, sul patrimonio comune, sulle sculture di Canova, sulle raffiguazioni pittoriche delle Parche, sull’Odissea di Omero, sull’immaginario individuale.
Lo spettacolo, come sempre nel mio stile, è nato in corso d’opera. Nulla è da me deciso a priori, si costruisce mentre il nostro corpo si snoda nelle parole dell’autore. Nulla appartiene a me prima dell’incontro con gli attori. Tutto nasce nel momento della creazione comune. In corso d’opera, quando già le immagini di riferimento erano per noi chiare e condivise e montata la struttura centrale del lavoro, è nata in me l’esigenza di integrare con altro materiale, di lavorare su piani paralleli e così ho inserito dei brani dell’Odissea in greco e in italiano, la partitura musicale del sax che simboleggia colui che detiene i fili del tempo e il video dell’artista Franco Barletta

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