Dal 5 al 9 Gennaio e dal 20 al 23 gennaio 2011. Omaggio a Frédéric Beigbeder, scrittore, pubblicitario ed editore francese considerato un nichilista ed un provocatore, noto per la sua capacità di spaccare l'opinione pubblica su vasti temi a partire da spunti autobiografici. Amante della critica e della provocazione, ma fondamentalmente pessimista ed edonista, ama la vita sfrenata in quanto convinto dello sfacelo sopraggiungente, non privo di una punta di narcisismo.
L’associazione culturale l’Ippogrifo presenta
9,99 EURO
Regia di Mario Schittzer
con Daniele Grassetti e Marco Paparella
Voce off di Claudia Balboni
Assistente alla regia Bruno Monico
Ufficio stampa Arianna Di Pietro
Nella visione teatrale di Mario Schittzer il protagonista è Octave, un giovane creativo, pubblicitario di successo che dalla vita ha avuto tutto: soldi, donne, droghe e la possibilità di vivere in un lusso sfrenato.
Il suo lavoro consiste nello svegliarsi ogni mattina e poter decidere cosa far piacere agli altri, manipolare il gusto dei clienti, degli spettatori televisivi. E poiché la filosofia di Octave si basa sul fatto che le persone felici non consumano, è attento ad imporre desideri che non si possono mai realizzare; illusioni che sembrano poter divenire realtà ma che mai si raggiungono.
Convinto e fiero di vivere grazie a queste irresponsabilità, pensa di essere libero da qualunque legame, sentimento od emozione compromettente.
Ma la sua non è altro che pura illusione. Anche Octave è una pedina del gioco della vita da cui nessuno è escluso. La sua è solo una illusione che ha costruito grazie al successo raggiunto, ma un’illusione che in un attimo si frantuma sotto i suoi occhi. Un’illusione che butta giù uno dietro l’altro i mattoni da cui è costruita la sua fragile identità.
Octave è come, e forse più degli altri, uno schiavo del sistema, di cui è parte attiva e passiva, schiavo di un gioco di ruoli dove gli ingredienti base sono la noia, la dipendenza e la solitudine del mondo consumistico nel quale non si è né troppo vivi né ancora morti.
Octave subisce, davanti agli spettatori, un processo che va all’essenza dell’identità, allo scardinamento della falsa felicità che lo porterà a capire la sua essenza di uomo fragile, instabile ed “inutile” a sue spese.
Uno spettacolo ai limiti del demagogico, sulla graduale presa di coscienza di un giovane di successo scandito da un percorso a ritroso, fatti di ricordi ed echi nati nel vuoto di un non-luogo mentale e fisico. Uno spazio in cui ancora la pubblicità non è entrata, uno spazio ancora possibile e rischioso.
Daniele Grassetti e Marco Paparella, due buoni attori, credibili e precisi nelle rispettive parti riescono grazie ad una versatilità recitativa a rapire lo spettatore e a portarlo dentro lo spettacolo, passando dal tragico alle risate, dall’oggi al non tempo e non luogo.
Un buon lavoro teatrale frutto di una regia ben curata, semplice e strutturata che ha saputo costruire un lavoro di un’ora in cui lo spettatore rimane con gli occhi e la mente fissi sul palcoscenico.
Ottima anche la scelta di un teatro off in cui non c’è palcoscenico, in cui è azzerata la distanza della platea ed è facile rompere la quarta parete.
Un tocco di classe la bellissima voce off di Claudia Balboni.
Antù Spazio Teatro Off - via di Libetta 15, Roma
Articolo di: Laura Sales
Grazie a: Arianna Di Pietro, Ufficio Stampa Antù SpazioTeatro OFF
Sul web: www.antu.it
Nessun commento:
Posta un commento