“Fino alla fine” è uno dei tre atti unici per due interpreti femminili contenuti nel testo “Teatro Contemporaneo” di Fabrizio Romagnoli, pubblicato da Edizioni Demian; in scena al Teatro dei Contrari, dal 29 marzo al 3 aprile, prodotto da Compagnia Densa, con la regia dello stesso autore.
La Compagnia Densa presenta
FINO ALLA FINE
scritto e diretto da Fabrizio Romagnoli
con Ilaria Antoniani ed Emilia Tafaro
assistente alla regia Dario Tucci
Due donne, Maura e Laura, legate sin da bambine da una grande amicizia e da un patto, “Fino alla fine”, qualunque cosa accada. Ma un tradimento sembra voler minare il loro legame. Entrambe egoiste, entrambe preoccupate solo di sé stesse. Come in un vortice si vomitano addosso le proprie ragioni e i propri vissuti e irrimediabilmente, in poco tempo, si giunge alla fine.
Maura ha visto Laura baciare il suo ragazzo. Non è la prima volta che Laura l’allontana da qualcuno, che decide per lei, che non la lascia vivere; ma questa volta vuole delle risposte. Tra un drink e l’altro, in un susseguirsi di accuse, di minacce, di giustificazioni, si fa strada la verità, una verità rimasta celata per più di venti anni. Venti anni di bugie, venti anni di non scelte, venti anni di manipolazioni: ma certe verità sono troppo scomode per poter essere rivelate anche nei rapporti più profondi.
Nel ruolo delle due protagoniste, Ilaria Antoniani ed Emilia Tafaro: due amiche, due donne, apparentemente molto diverse sia nei lineamenti fisici che nel modo di comportarsi, una molto mascolina l’altra con una femminilità ostentata. Due donne che vivono una relazione, un’amicizia dall’età di dieci anni, un’amicizia basata sulla complicità, sul continuo scambio di ruoli tra vittima e carnefice, tra bella e brutta, tra passività e attività in un gioco spietato e pericoloso che finisce per costruire una gabbia, una storia simbiotica, da cui Maura sembra voler uscire, a cui vorrebbe in apparenza ribellarsi; ma, nel gioco relazionale esiste poi un unico carnefice? esiste un unico polo manipolativo? un unico sfruttatore?
Quella di Laura e Maura è una grande amicizia sotto la quale scorre un sentimento parallelo: un amore profondo e sincero. Un amore per anni celato, mai confessato. Un amore cresciuto e reso forte da un patto fino alla fine, qualunque cosa accada fino alla fine. L’importante è non permettere mai ad altri di entrare nella relazione a due con la presunzione di poter manipolare e controllare sempre tutto.
Un legame pericoloso che diviene scontro, lotta, tensione, manipolazione che trova un contapassi nel versare continuo di un drink; quel bicchiere che si svuota e che Laura riempie continuamente diventa quasi un simbolo del flusso del gioco vittima-carnefice in cui nessuno può fare a meno dell’altro.
L’amore è il motore di questo spettacolo a cui fa da sfondo la sessualità con le sue follie, le sue sfaccettature e le sue pulsioni represse e possessive. Un legame malato, distruttivo ma dal quale nessuna delle due si può liberare perché le armi e i giochi psicologici che si hanno a disposizione sono tanti. Una sola possibilità per tagliare il cordone: svelare il segreto…un segreto unilaterale? O, anche questo condiviso e accettato? Un segreto che le dividerà o una nuova opportunità?
Un testo con un buon ritmo scenico di un autore che scrive per il teatro (e si sente); capace di mutare continuamente le atmosfere dal dramma psicologico alla commedia leggera dove i personaggi si muovono sin dalle prime battute in un universo claustrofobico, ossessivo, chiuso nelle quattro pareti simbolo del proprio Io; una ragnatela costruita nel tempo in cui tutto si ingloba e da cui si rischia di venir soffocati. Uno spazio condiviso dall’altro in un macabro gioco alla distruzione dell’identità in cui in due si è troppi per poterlo condividere; bisogna, quindi, che uno dei due rinunci al proprio Io per assorbire quello dell’altro.
Il personaggio di Laura sin dalla prima scena cattura il pubblico per quel suo modo di muoversi, quella sua gestualità che in alcuni momenti ci fa dimenticare di essere a teatro. Una vera e propria manipolatrice del tempo e dello spazio scenico. Più difficile il ruolo di Maura, non sempre credibile, in alcuni momenti sin troppo caricato. Un ruolo che richiede maggior ampiezza di registri, di passaggi da vittima a carnefice, da manipolata a complice, un ruolo che a volte cade nello stereotipo dell’attricetta piacente senza cervello e senza espressione, spesso nevrotica che per esprimersi deve urlare.
Teatro dei Contrari - via Ostilia 22, Roma
Per informazioni: scrivere all’indirizzo mail info@teatrodeicontrari.eu
Orario spettacoli: dal martedì al sabato ore 21, domenica ore 18.30
Articolo di: Laura Sales
Grazie a: Ufficio Stampa La Compagnia Densa
Sul web: www.teatrodeicontrari.eu - www.lacompagniadensa.org
Nessun commento:
Posta un commento