Due donne, due bambole, Barbie e la sua amica, si interrogano sui ruoli a cui sono condannate per la loro natura di oggetti nelle mani delle bambine e, a volte, dei bambini, quando a casa non sono presenti le sorelle.
Gruppo Dire presenta
CASA DI BAMBOLE OVVERO BAMBOLE DI CASA
di Alessandro Trigona e Antonella Dell'Ariccia
regia di Antonella Dell'Ariccia
con Antonella Dell'Ariccia, Arianna Gaudio
presentato nell’ambito della rassegna Sguardi S-Velati Punti di vista al femminile
Barbie, stereotipo, icona della bellezza irraggiungibile per generazioni di bambine; Barbie cavallerizza, Barbie ballerina, Barbie superstar; Barbie ha l’aereo, una casa bellissima, una jeep, un motoscafo, un camper, una moto, una serie infinita di vestiti, scarpe e borse abbinate.
Barbie ha i capelli biondi sempre in ordine lunghi e lisci, bel seno, bel sedere, bel viso, gambe lunghe e affusolate. Barbie ha un mondo incentrato sulla sua bellezza. Barbie ha un ego enorme, non esiste nessun altro tranne lei. Barbie è Barbie. Barbie ha un uomo Ken, ma anche lui è un’ombra. Barbie ha un’amica, Midge, ma Midge non ha luce propria, non ha un’identità sua se non quella di essere l’alter ego di Barbie, quello che Barbie non può essere; Midge è madre, sempre incinta, non veste all’ultima moda, è profonda (almeno più di quanto nell’immaginario Barbie sia unicamente una figura femminile bella e superficiale). Barbie è l’esempio del mondo consumistico dove ciò che è importante è solo arricchire l’esteriore, la vetrina con cui ci presentiamo all’altro; aggiungere oggetti su oggetti, creare una vita dove non ci sia nulla fuori posto, dove non c’è spazio per famiglia o lavoro; dove c’è solo tempo libero e capricci da soddisfare. Intorno al personaggio di Barbie si è costruito di tutto e ad ogni nuova creazione di mercato è nata una nuova Barbie. Barbie è ciò che veste, ciò che ha. Barbie possiede tutto ciò che è possedibile. Barbie è una “bambolona” senza pensieri, senza idee che parla sempre e solo di se stessa, completamente autoreferenziale.
Le due attrici, Antonella Dell’Ariccia e Arianna Gaudio, interpretano alla perfezione il ruolo di bambole, condannate a vivere nel loro universo di plastica. Bambole e nello stesso tempo donne che conversano e mettono la lente d’ingrandimento sulla loro vita, sui difetti dell’altra; un ego troppo sottolineato per Barbie e una non identità per Midge. Dramma che appartiene, forse più di altri, al mondo adolescenziale di questi anni.
Un dramma, uno stato, che svela altri piccoli drammi; come il gioco dei ruoli, quello di dover essere sempre ciò che l’altro si aspetta che tu sia, la difficoltà dell’amicizia quando si gioca ad “armi non pari”.
Molto semplice e curata la messinscena e i movimenti scenici. Ottima l’interpretazione di “Midge”, l’amica. Un’attrice capace di incantare lo spettatore sia nei momenti più brillanti che in quelli in cui si lascia andare ad un tono più drammatico, rubando risate e consensi. Belle le trovate registiche, i pochi e semplici effetti, come il momento in cui Midge indossa il camice bianco da psicologa. Pochi minuti in cui tutto quello che c’è stato prima sembra crollare per poi di nuovo apparire.
Teatro Due - vicolo due Macelli 37, Roma
Per informazioni: telefono 066788259, e-mail teatrodueroma@virgilio.it
Articolo di: Laura Sales
Foto di: Mauro Fagiani
Grazie a: Antonella Dell’Ariccia, Mauro Fagiani
Sul web: www.teatrodueroma.it
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