Donne argentine
in fondo al mare
…qualche pensiero…
Il progetto: Donne argentine in fondo al mare nasce da un viaggio compiuto da me e Sara due anni fa, un viaggio che ha lasciato un segno dentro di noi. Un mese in una terra che ha ancora manifesti i tempi della dittatura: la povertà, gli occhi pieni di paura della gente, la semplicità, la polizia ad ogni angolo della strada, la tristezza dei volti e nello stesso tempo il desiderio di ricominciare, di dimenticare. I giocolieri e gli artisti ai semafori, le donne con i bimbi sempre in braccio, le bibite che portano i nomi delle torture, ma soprattutto la Casa d’asterion e la compagnia las toritas: una casa laboratorio, antica, piena di spifferi, vetri rotti, mobili rimediati, ma una casa dove ci si incontrava ogni giorno, dove si cucinava tutti insieme, si studiava, si leggeva Shakespeare, si scrivevano sui muri le frasi di Artaud, Grotowski, dove si faceva teatro, arti marziali, si suonava con bottiglie di plastica come strumenti, dove abbiamo visto una delle opere teatrali che ricorderò per tutta la vita: Argentina inferno siete, dove si beveva mate, dove qualcosa era a noi incomprensibile.
Un luogo ricco di persone, di vita, di sogni, di semplicità, di contatto, un luogo che oggi è ancora dentro di noi perché ci accompagna, perché la ricerca non ha confini geografici ma viaggia su altri canali, un luogo a cui noi dobbiamo dire grazie perché quel luogo è la creatura di un gruppo di persone che ha un meraviglioso capitano: Daniel.
Daniel crede in noi quanto noi crediamo in lui, nel suo teatro, nelle sue parole e così oggi, a distanza di due anni, ci troviamo nuovamente a parlare del suo Paese con i suoi testi, con i suoi insegnamenti, con le sue trasmissioni arricchite dalle nostre ricerche, dalle nostre sperimentazioni.
Il filo rosso che ci lega a lui e alla Casa d’asterion è legato ad altre realtà, ad altri micro e macro- cosmo affini a persone che come lui sognano e credono nella meraviglia trasformativa dell’Arte e così questa sera mi trovo a ringraziare, tra le altre persone, in modo particolare Sara, e alcune che hanno creduto in me, e che si sono fatte trascinare in questo vortice argentino:
Giovanni Federico per tanti, troppi motivi, la disponibilità filosofica e pratica con cui condivide ogni progetto, ascoltandomi, documentandosi, frenandomi quando è necessario, stimolandomi quando ho paura; per i pannelli che ha disegnato
per questa occasione, pannelli nati dal lavoro delle prove; per aver fatto suo questo progetto in campo pittorico con una mostra sullo stesso tema. A lui va il grazie più grande perché la sua presenza è stata costante e preziosa per la realizzazione di questo ed altri eventi
Franco Barletta per la trasposizione grafica delle parole di Daniel, per la sua capacità di riportare in segno i suoni e le parole.
Giordana e Paolo per le scenografie, e la sorella di Paolo per averci permesso di usare e far conoscere un meraviglioso lavoro di Paolo.
E poi, Alessandro, Angela, Giovanna, che si è gettata nel lavoro con una disponibilità unica, Andrea e la sua chitarra, Maurizio.. e tutti coloro che sono venuti a trovarci durante le prove e in queste sere di spettacolo…
Per non dimenticare bisogna avere
il coraggio di ricordare…
Questo progetto non nasce con questo spettacolo e non termina con esso, ha avuto eventi che lo hanno preceduto come Lettere dall’inferno ed altri che lo seguiranno. Oggi, sentiamo il bisogno di ricordare…
Laura
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