Una bravissima e bellissima Mariangela D’Abbraccio in “Teresa la ladra”, domenica 10 luglio a Villa Pamphilj, testo di Dacia Maraini e musiche originali di Sergio Cammariere. La drammaturgia offre uno spaccato della società italiana dalla metà degli anni Venti fino agli anni Settanta, raccontato attraverso la storia di una ladruncola buffa e disgraziata che percorre gli eventi e la storia d'Italia.
I concerti nel parco, estate 2011 presenta
Mariangela D’Abbraccio in
TERESA LA LADRA
Che ce voi fa’…s’ha da campà
Drammaturgia di Dacia Maraini
Musiche originali di Sergio Cammariere
Testi canzoni Maraini-Cammariere
Regia di Francesco Tavassi
Musicisti Alessandro Golini (violino), Luca Pirozzi (chitarra), Gianluca Casadei (fisarmonica), Raffaele Toninelli (contrabbasso), Emanuele Pellegrini (percussioni)
Teresa è una donnina semplice, dall’esistenza difficile sin dalla nascita, una donna di paese, di famiglia umile, che subisce inconsapevolmente tutte le grandi trasformazioni di un Paese come l’Italia, dalla seconda guerra mondiale fino al boom economico. Un personaggio che non viene dalla fantasia dell’autrice, ma dalla vita (ed in parte ricorda i personaggi di Moravia); Dacia Maraini ruba, infatti, il personaggio dalle carceri dove si trovava per un’inchiesta sulle prigioni femminili.
Una donna coraggiosa, analfabeta con un’intelligenza originale e vivacissima, pronta ad ironizzare sempre sul lato nero della vita. Teresa è un personaggio straordinario nato in un’Italia dai tempi duri e difficili, ma anche pieni di sogni e metamorfosi. Teresa è sola e si fa furba, si fa ladra per sopravvivere, per non soccombere. Teresa appartiene al popolo di cui mantiene i colori inalterati e ben visibili come sulla tavolozza di un pittore.
Il racconto di Teresa, interpretata in modo straordinario da Mariangela D’Abbraccio, va dalle sfumature del dramma a quelle dell’ironia. Dà supporto all’attrice un testo, quello della Maraini, che ancora una volta fa emergere la grande capacità di scandagliare l’animo femminile attraverso una scrittura semplice, comprensibile e naturale, vicina al parlato da cui assimila numerosi modi di dire. La musica, i testi, le canzoni, interpretate dalla stessa Mariangela D’Abbraccio sono parte del racconto, parte di un’unica narrazione che prende corpo momento dopo momento davanti agli occhi dello spettatore, come se Teresa si trovasse davanti allo specchio a ridere di sé, a soffrire della propria vita, ma a non poter far a meno di raccontarla, di donarla, di darle forma ancora una volta perché, in fin dei conti, il racconto esorcizza e rende ancora vivi. Il racconto seppur doloroso è un modo per coccolarsi, per sentirsi una persona, per farsi forza. Lo spettacolo costituisce un esempio ben riuscito di teatro-canzone dove ogni mezzo utilizzato sul palcoscenico è parte del racconto, del personaggio; la valigia, compagna inseparabile di Teresa, simbolo di una vita precaria, mutevole, dove non ci sono radici o porti sicuri a cui attraccare, è vera e propria coprotagonista della scena, cessa di essere strumento per divenire simbolo; la musica e gli artisti presenti in scena non sono solo l’orchestra che suona ma diventano fantasmi, protagonisti della vita di Teresa, sono la sua famiglia, i suoi fratelli; la sedia, quella sedia a cui ci si appoggia, o che si vorrebbe tirare dietro a chi ci fa del male, quella sedia che ci contiene e ci lega. L’aspetto musicale è l’altra faccia che ha permesso a questo spettacolo di essere quello che è, una piccola perla preziosa: nove canzoni inedite che vanno dalla struttura villanesca alla canzone popolare, dalla tarantella alle filastrocche.
I temi raccontati sia in forma parlata che cantata sono quelli della guerra, della prigione e della violenza; narrati, proposti con un’ironia un po’ amara, dissacrante, divertita, quasi da cabaret e una profondità densa di figure allegoriche e metaforiche. Le canzoni sono delle vere e proprie opere d’arte che raggiungono picchi di espressività ed emozione rari nel teatro e nella musica italiana contemporanea. Sergio Cammariere, prima volta per il Teatro, già noto per le sue doti di emozionante e raffinato pianista, autore ed interprete, regala in “Teresa la Ladra” parti della sua anima artistica viva, profonda, multiforme, ironica e lirica.
Già interpretata da Monica Vitti per lo schermo, diviene monologo teatrale con Mariangela D’Abbraccio; uno spettacolo teatrale di un’ora e trenta tra musica e parole interpretato da una delle attrici migliori del mondo teatrale contemporaneo in grado di passare da ruoli drammatici a brillanti con la stessa padronanza dello strumento, con la stessa umiltà e predisposizione a far emergere di volta in volta il nuovo personaggio e mai se stessa. Una donna, un’attrice dalla rara bellezza scenica, capace di incantare sia con la recitazione che, in questo caso ancor di più, con la canzone. “Teresa la ladra”, che voi fa’ s’ha da campa’.
Villa Doria Pamphilj, Teatro Villa Pamhilj - via di San Pancrazio 10, Roma
(In caso di maltempo gli spettacoli si svolgeranno al Teatro Vascello – Via G. Carini 72)
Orario spettacoli: 21.15
Informazioni per il pubblico: 06/5816987 – 339/8041777
Biglietti: I settore Poltronissime € 25, ridotto Poltronissima 23 €, I settore Platea € 20, Ridotto I settore € 18, II settore Gradinata € 15, Ridotto II settore € 13, Formula 4X3 Tre biglietti interi/Quarto biglietto € 1
Articolo di: Laura Sales
Grazie a: Ufficio Stampa Maurizio Quattrini
Sul web: www.iconcertinelparco.it